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Belluno tra Sei e Settecento: il "Michelangelo del legno"

Concessasi spontaneamente a Venezia nel 1404, Belluno ebbe il riconoscimento di una forma d'autonomia amministrativa da parte della Dominante; la Repubblica rappresentò comunque per secoli il punto di riferimento assoluto nella gestione del potere politico e del sistema economico territoriale, convogliando verso la laguna materie prime, soprattutto i legnami, di importanza fondamentale per l'attività navale della Serenissima.
Nel 1662 nasceva a Belluno, da genitori originari della Val Zoldana, Andrea Brustolon; all'età di quindici anni fu mandato a Venezia, e qui ebbe come maestro lo scultore genovese Filippo Parodi, già seguace e collaboratore del Bernini. Nella capitale della Repubblica veneta Brustolon rimase per quasi due decenni, a servizio della committenza ecclesiastica e di varie famiglie del patriziato; dal 1695 è documentata una sua parallela attività in terra natia, mentre del 1720 è il definitivo rientro a Belluno, dove l'artista, ormai famoso e assai apprezzato, trasferì la bottega, rimanendovi fino alla morte, sopraggiunta nel 1734.


Andrea Brustolon, Pietà. Dosoledo di Comelico Superiore (BL), Chiesa dei Santi Rocco e Osvaldo

Andrea Brustolon, Pietà. Dosoledo di Comelico Superiore (BL), Chiesa dei Santi Rocco e Osvaldo, Altare dell'Addolorata
(Archivio Fotografico Soprintendenza BSAE per le province di
Venezia, Padova, Belluno e Treviso, su concessione del MiBAC)

L'abbondante produzione del Brustolon è dominata dall'impiego del legno, materiale che l'artista conosceva a fondo e lavorava con indiscussa maestria, anche per la consuetudine e la familiarità con un elemento così tipico dei monti tra i quali era cresciuto. Ciò gli offrì la possibilità di raggiungere esiti d'estremo virtuosismo stilistico, in linea con le tendenze del gusto barocco, sviluppando tuttavia una solida e profonda concezione plastica della scultura, presente in ogni sua opera, anche laddove l'effetto può sembrare principalmente affidato ad altre componenti, soprattutto all'accesa policromia, che caratterizza gran parte della produzione a soggetto sacro.
Il nome di Andrea Brustolon resta legato alla bellezza e all'espressività dei capolavori che l'artefice seppe creare, nobilitando e conferendo dignità a un materiale 'povero', o comunque minore, tanto da meritare l'appellativo, coniato da Balzac, di "Michelangelo del legno".